Description
Marco Di Nardo, con il suo “Dal Nebraska alla cima dell’Everest: la storia di Andy Roddick”, racconta, tappa dopo tappa, partita dopo partita, il lungo percorso dell’ultimo grande campione a stelle e strisce, dal travagliato inizio di carriera, fino all’ultimo match contro Del Potro, passando per le grandi vittorie e le delusioni cocenti
(libro in formato digitale e leggibile sui comuni lettori di pdf e tablets)
Chi è stato Andy Roddick e che ruolo ha recitato nella storia recente del nostro sport? A pochi mesi dal ritiro definitivo del grande campione americano, ultimo esponente di rango della gloriosa scuola a stelle e strisce, il giovane giornalista romano, Marco Di Nardo, prova a dare una risposta a queste domande, ripercorrendo tutta la storia tennistica di A-Rod, nel suo primo lavoro “Dal Nebraska alla cima dell’Everest: la storia di Andy Roddick” (edizioni ilmiolibro.it, 279 pagine, 20 euro).
Con lo sguardo “innamorato” del tifoso, l’autore ci guida all’interno di una parabola tipicamente americana, partita da una cittadina sconosciuta di provincia (Omaha) negli anni ’80, con poche speranze, e culminata nella conquista della vetta più alta, l’Everest del titolo, ovvero il primo posto della classifica mondiale Atp, raggiunto da Roddick il 3 novembre del 2003, due mesi dopo il suo successo più grande, arrivato allo Us Open, in finale contro Juan Carlos Ferrero.
Di Nardo ripercorre analiticamente, torneo dopo torneo, quasi partita per partita, un percorso sportivo, che non è soltanto una storia di vittorie, ma anche, forse soprattutto, una storia di delusioni cocenti e ferite sportivamente dolorose, quasi tutte inferte a Roddick da un signore di nome Roger Federer, che ha battuto l’americano in quattro finali di Slam, imponendogli il ruolo di eterno secondo e negandogli almeno un titolo a Wimbledon, che probabilmente avrebbe meritato, se non altro per la costanza di rendimento avuta nel corso degli anni in quel torneo e per l’incredibile dedizione e sportività sempre messe sul rettangolo di gioco. Purtroppo per Roddick però, anche l’ultimo disperato tentativo nel 2009 si è infranto contro la classe del campionissimo elvetico, vincitore di una delle finali più combattute della storia dei Championships, con un crudele 16-14 al quinto set, dopo che l’americano, aveva gettato al vento l’occasione di portarsi avanti di due set, con una delle volee più sciagurate che la storia del tennis ricordi.
Da quel momento probabilmente, la parabola emozionante di Andy Roddick ha imboccato la parte discendente e nella mente dell’ex numero uno, sono cominciate a balenare le idee di ritiro, che lo hanno portato alla decisione di chiudere “prematuramente” con il tennis allo scorso Us Open, il 30 agosto 2002, esattamente nel giorno in cui ha compiuto 30 anni. Una scelta probabilmente dovuta all’incapacità di accettare una classifica, che dopo nove anni di costante presenza tra i primi 10, lo vedeva relegato al di fuori del gotha tennistico, in una dimensione, a cui lui per primo sentiva di non appartenere.
Sono passati appena 8 mesi da quel giorno, ma l’assenza di un giocatore e di un personaggio mediaticamente straordinario come Roddick, già si sente pesantemente in un mondo sempre più omologato e politicamente corretto come quello del tennis. Il libro di Marco Di Nardo, facendoci rivivere la sua storia, ci dà la possibilità di apprezzare ancor di più e ancora per un po’, l’ultimo campione americano con la racchetta.
Prefazione di Marco Di Nardo
Sono molteplici le motivazioni che possono portarti a scrivere un libro. E sono tante anche le possibilità che il libro stesso ti dà, di poter raccontare storie e fatti relativi ai più svariati argomenti. Nel mio caso la scelta è stata molto semplice: ho deciso di raccontare la storia tennistica del campione attraverso cui mi sono innamorato del tennis. Andy Roddick è stato il miglior tennista statunitense dell'ultimo decennio, ed è l'uomo che mi ha avvicinato a questo sport, facendolo diventare parte di me. Vi racconto quindi la sua storia sportiva, partendo dalle origini e passando per il suo periodo migliore dal punto di vista dei risultati, per terminare con la fase conclusiva della sua carriera, e il definitivo ritiro. Andy è stato un campione dentro e fuori dal campo, amato dai giornalisti per la sua sincerità e incisività nelle conferenze stampa, e rispettato da tutti i suoi colleghi. Alcuni campioni che hanno giocato nel suo stesso periodo non gli hanno permesso di poter primeggiare per molto tempo, ma è innegabile che Roddick sia stato uno dei più importanti personaggi tennistici degli ultimi anni.